LA FABBRICA DELLE STORIE
La fotografia può essere utilizzata anche per raccontare una storia. Si può raccontare con una fotografia singola, con una serie di immagini o con degli stop motion.
Una straordinaria esperienza fatta con una quinta alla primaria ha visto la realizzazione di 9 storie realizzate con la tecnica dello stop motion. Queste storie sono state scritte, progettate e interamente realizzate dai bambini. Un percorso molto ricco ed articolato, alla fine del quale abbiamo realizzato una App per IPAD.
Al di la dell’esperienza appena presentata, sicuramente interessante ma anche impegnativa in termini di tempo, si possono progettare percorsi in cui la fotografia diventi comunque pretesto per raccontare.
Durata: Da definire in base al progetto
Le nove storie create dai bambini
BACKSTAGE DEL LABORATORIO
Voglio presentarvi il laboratorio di fotografia e linguaggi che ho appena concluso con la classe 5B della Scuola Primaria Don Milani di Ferrara.
Sicuramente non dovrei essere io a dire questo ma credo che tutto il percorso ed il risultato ottenuto siano davvero straordinari, un esperienza importante per i ragazzi, le loro insegnanti e naturalmente la sottoscritta. Credo che questa esperienza vada condivisa in maniera dettagliata per due motivi: dare il giusto riconoscimento ai protagonisti che l’hanno realizzata ed essere di stimolo ad altri che vorranno misurarsi con percorsi simili.
Ma cosa abbiamo prodotto con LA FABBRICA DELLE STORIE?
I ragazzi divisi in 8 gruppi da 2 ed uno da 3 hanno inventato 9 storie fantastiche, creato degli storyboard, deciso e realizzato personaggi e scenografie, registrato l’audio della propria storia, ed infine effettuato gli scatti fotografici per creare i propri stop motion.
Perchè StopMotion in un laboratorio di fotografia?
Forse la domanda più giusta a cui mi piacerebbe rispondere, anche forte di questa esperienza è:
“Perché un laboratorio di Fotografia in una scuola?”
Con questa classe e con le loro insegnanti abbiamo affrontato un percorso lungo tre anni in cui abbiamo potuto sperimentare diverse applicazioni della fotografia sulla didattica. I bambini hanno scoperto la fotografia come linguaggio, hanno capito che con essa possono esprimersi, possono stupire e stupirsi, possono osservare il mondo con occhi più attenti, documentare, comunicare, interpretare e soprattutto creare qualcosa che altri vedranno. E’ uno strumento che spesso abbatte le barriere e le difficoltà anche di quei bambini che con i linguaggi tradizionali sono più in difficoltà. I ragazzi hanno fatto tutto questo con grande naturalezza, coinvolgimento ed entusiasmo al di la di ogni nostra più rosea previsione.
La fotografia può essere un formidabile pretesto nella didattica per dare concretezza a concetti a volte astratti ( vedi il percorso fatto lo scorso anno alla ricerca delle geometrie ) è uno strumento accattivante che cattura l’attenzione dei bambini e stimola un coinvolgimento impegnato. Partendo da queste considerazioni credo possa essere usata veramente in mille modi.
Lo stop-motion rappresenta forse una versione 2.0 dell’uso della fotografia nella didattica, non perché questa sia una tecnica moderna, anzi, ma perché ormai fotografia può voler dire anche qualcosa di più di un “semplice” attimo fermato.
Personalmente trovo che l’aspetto più affascinante delle nuove forme di didattica 2.0 stia proprio nel poter rendere più facilmente fruibili e comprensibili linguaggi multipli, gli stessi in mezzo ai quali i bambini crescono a prescindere dalla scuola, ma che attraverso la scuola dovrebbero imparare a conoscere ed usare e non solo a subire.
La fotografia può essere un potentissimo alleato e l’esperienza fatta con questa classe e con altre in questi ultimi tre anni credo possano confermarlo.
Jessica Morelli
Stop Motion…come ”stop E-motion”
Chi scrive ha il difficile compito di introdurre e spiegare il risultato finale di un percorso lungo tre anni, più di 1000 giorni carichi di esperienze sorprendenti ed emozionanti.
Protagonisti di ciò che vedrete sono i bambini della classe 5B della Scuola Primaria “Don Milani” , plesso dell’ omonimo Istituto Comprensivo di Ferrara.
Grazie all’idea intuitiva di Jessica Morelli, fotografa professionista e mamma di Enrico, uno dei piccoli “photographer”, alla sua infinita disponibilità e alla follia che contraddistingue il team docenti coinvolto in questo progetto, possiamo presentare il frutto di un lungo ed impegnativo lavoro, non solo fotografico.
Dopo aver imparato le principali regole della fotografia, dopo aver immortalato la loro scuola e il territorio ad essa limitrofo, dopo aver osservato e cercato come piccoli detective la geometria e le forme di essa in natura, i baby fotografi avevano il difficile compito di dare vita alla “Fabbrica delle Storie”… un’officina da cui far nascere racconti originali e ricchi di fantasia!
Ma… da dove cominciare?
Dalla fine, ovviamente! Fare uno stop motion significa avere in testa il risultato finale, aver chiaro ciò che voglio ottenere; ma per far questo avevamo una necessità: tanto materiale di riciclo, tanti scatoloni e un mucchio di idee matte per realizzare le scene e i protagonisti delle nostre storie.
Accidenti! E le storie? Facile!
Basta lasciare andare la fantasia di 19 bambini di 10 -11 anni ed il gioco è fatto!
Abbiamo smontato una favola già pronta come quella di “Shrek”, l’abbiamo analizzata nei suoi personaggi, nei passaggi fondamentali della sua trama, nei linguaggi utilizzati dagli autori, per capire come si scrive un racconto fantastico per bambini. Abbiamo studiato le Carte di Propp, materiale davvero utile per capire l’essenziale che ogni fiaba deve portare con sé per essere tale. Poi, per nulla intimiditi dal compito, i bambini hanno fatto ciò che gli riesce più naturale: hanno usato la loro creatività e hanno osato con l’immaginazione.
Divisi in coppie hanno prodotto le storie che ora potete vedere, ascoltare e leggere.
Ma hanno fatto molto di più. Hanno imparato cos’è la collaborazione, l’impegno per uno scopo comune, la fatica e la tensione nei momenti di sconforto perché il risultato atteso non arrivava, la generosità nel poter risolvere un problema a qualcun altro semplicemente donandogli un pezzetto di cartoncino colorato. Hanno scoperto la magia della fotografia, si sono confrontati con tecniche ed attrezzature da “grandi”, superando brillantemente la prova. Almeno per noi, le loro insegnanti.